Guest post: Portare avanti la vera promessa del cloud ibrido

Richard Munro, Chief Technologist vCloud Air, VMware


Da parecchi anni si discute di cloud ibrido. Le funzionalità, la flessibilità architetturale e le prestazioni superiori in termini di sicurezza quando supporta grandi carichi di lavoro, i dati e le applicazioni sono stati esaltati per il modo di trasformare l’ambiente IT e valorizzare al massimo il cloud pubblico e privato​​. Eppure, sembra che ci sia ancora molto lavoro da fare per mantenere la vera promessa del cloud ibrido.


I reparti IT stanno lottando per tenere il passo con le richieste del business. Hanno bisogno di trovare una soluzione che renda l’infrastruttura IT sottostante il più possibile agile e reattiva… Come promette il cloud ibrido. Tuttavia, mentre ci sono alcuni fantastici esempi di imprese che eseguono carichi di lavoro critici in un ambiente ibrido, molti hanno diviso le implementazioni in silos credendo che ibrido significhi semplicemente utilizzare il cloud pubblico e privato ​​insieme, con poca o nessuna compatibilità tra loro. Le applicazioni richiedono riscrittura o plug-in per spostarsi tra cloud diversi, ed è necessario utilizzare strumenti totalmente differenti (e spesso competenze) per farli funzionare.


Non si intende affatto questo per ibrido.


Il vero ibrido ha il potere di trasformare completamente il panorama IT nei prossimi due anni. Il vero ibrido crea un ambiente in cui i carichi di lavoro possono essere spostati a proprio piacimento, usando esattamente gli stessi strumenti con cui l’IT ha già familiarità. Le applicazioni critiche possono distribuire le prestazioni di cui hanno bisogno, mentre le risorse possono essere allocate e il provisioning richiesto all’occorrenza. Questo rende l’IT più sensibile alle richieste del business attraverso la capacità di disporre istantaneamente di nuove infrastrutture per far fronte a nuovi progetti, impostare i server virtuali per gestire un nuovo sistema tra i reparti, come le risorse umane e il marketing e altro ancora. E, naturalmente, ridimensionare con la stessa facilità se necessario, dato che una delle ragioni principali per cui il cloud ibrido non ha ancora ricevuto pieni consensi è la presunta difficoltà – spesso impossibilità – nel riportare i carichi di lavoro fuori dal cloud pubblico.


La sicurezza è una delle maggiori preoccupazioni quando inizia una rivoluzione nell’ambiente IT; soprattutto dopo le rivelazioni dell’NSA, la sicurezza è in cima alla lista delle priorità dei CIO. Una reale distribuzione ibrida può sfruttare le attuali policy dell’IT per soddisfare i requisiti di sicurezza, conformità e gestione. Nel 2014, VMware ha rilasciato il servizio vCloud Air in Europa, principalmente per far fronte a questa preoccupazione. Questo è stato lanciato in un’area del Regno Unito che soddisfa le regole di conformità UK e dell’Unione Europea e la legislazione sulla sovranità dei dati; stiamo assistendo a una incredibile domanda di questo servizio da parte delle imprese che sono sotto pressione per ridurre i costi e aumentare la flessibilità, ma per le quali non ci possono essere compromessi sulla conformità.


Chi sta facendo le cose in modo corretto?


Un esempio è Carisbrooke Shipping. Anche se aveva virtualizzato con successo parte della sua infrastruttura, l’azienda aveva ancora qualche hardware fisico in tre dei suoi cinque uffici nel Regno Unito, Germania e Olanda. Voleva un team dedicato per eseguire e gestire l’intero parco da una posizione centrale nel Regno Unito, riducendo i costi di esecuzione su hardware fisico, obiettivo che hanno raggiunto ora con l’implementazione di un vero cloud ibrido.


Il provisioning di una nuova infrastruttura è diventato un processo molto più semplice – se hai bisogno di coinvolgere qualsiasi risorsa IT supplementare, puoi farlo immediatamente con la semplice pressione di un tasto invece di dover acquistare e quindi ottenere la licenza per i server fisici, operazione che potrebbe richiedere un paio di giorni. Questo è un beneficio enorme per la crescita di Carisbrooke, che stava per raggiungere il limite delle nuove risorse disponibili su base fisica. In questo post, l’IT manager Daniel Lewandowski racconta i benefici ottenuti.


Per conoscere l’esperienza di un altro nostro cliente su vCloud Air, dai un’occhiata a questo post di Bluefiln Solutions.


Dal momento che le pressioni sull’IT sono continue da tutte le parti per distribuire un servizio sempre più eccellente, economico, veloce, agile e – ovviamente – compatibile, sono certo che il cloud ibrido possa emergere con forza nel 2015, stabilendosi come l’infrastruttura IT de facto dei prossimi dieci anni e oltre. Gartner stima che la metà delle grandi aziende passerà al cloud ibrido entro il 2017, un trend che non possiamo ignorare.






via VMware Blogs http://bit.ly/18htUbi